Una patologia su tutte potrebbe spiegare questa sintomatologia: il reflusso gastroesofageo. Questa situazione molto frequente, anche a causa delle nostre abitudini alimentari ed agli orari non regolari, porta gli acidi gastrici che normalmente rimangono nello stomaco, tornano indietro, appunto refluiscono, percorrendo al contrario il tubo che ha portato il cibo nello stomaco: l’esofago. Solo che questo “tubo” non è progettato per resistere agli acidi, che normalmente non ci arrivano e di conseguenza si irrita. Cosi si originano dolori, bruciori, acidità che possono appunto localizzarsi al centro del petto, tanto da poter pensare che si tratti di infarto cardiaco ( molteplici errori si sono commessi confondendo queste due patologie ). L’acidità dei succhi gastrici è variabile in base a quello che mangiamo, agli orari, alle condizioni di stress e quindi al nostro stato emotivo. Sicuramente fumo di sigaretta e caffè incrementano l’acidità presente. Esistono tantissimi farmaci che possono servire a proteggere le mucose, piuttosto che ridurre i disturbi o l’acidità.
Ma la cura sintomatologica (quindi relativa alla semplice risoluzione del fastidio momentaneo ) se non è accompagnata da uno studio e una diagnosi certa possono portare a un peggioramento della situazione.
Spesso il problema può essere di origine psicologica oltre che organica. L’approccio multidisciplinare sicuramente è quello migliore quando si parla di patologie che colpiscono l’apparato gastroenterico che è realmente un secondo cervello che spesso somatizza, trasformando stress e pensieri in dolori fisici.
Con uno studio accurato si può riuscire a ridurre il disturbo, capendone l’origine (psichica o organica) così da individuarne la corretta terapia.